Poi che l'anima è intrata dentro passando perla doctrina di Cristo crocifixo, con vero amore della virtú e odio del vizio, con perfecta perseveranzia, gionta a la casa del cognoscimento di sé, sta serrata in vigilia e continua orazione, separata al tucto da la conversazione del secolo.
- I. Del modo che tiene l'anima per giognere ad l'amore schietto e liberale. E qui comincia el tractato dell'orazione.
- II. Qui, toccando alcuna cosa del sacramento del Corpo di Cristo, da piena doctrina come l'anima venga da l'orazione vocale a la mentale; e narra qui una visione che questa devota anima ebbe una volta.
- III. De lo inganno che ricevono gli uomini mondani, e' quali amano e servono Dio per propria consolazione e dilecto.
- IV. De lo inganno che ricevono e' servi di Dio, e' quali ancora amano Dio di questo amore imperfecto predecto.
- V. Di quelli e' quali, per non lassare la loro pace e consolazione, non sovengono al proximo ne le sue necessitadi.
- VI. De lo inganno che ricevono quelli li quali hanno posto tucto el loro affecto ne le consolazioni e visioni mentali.
- VII. Come i predecti, che si dilectano de le consolazioni e visioni mentali, possono essere ingannati ricevendo el demonio transfigurato in forma di luce. E de' segni a' quali si può cognoscere quando la visitazione è da Dio, o dal demonio.
- VIII. Come l'anima, che in verita cognosce se medesima, saviamente si guarda da tucti li predecti inganni.
- IX. Per che modi l'anima si parte da l'amore inperfecto e giogne ad l'amore perfecto dell'amico e filiale.
- X. De' segni a' quali si cognosce che l'anima sia venuta all'amore perfecto.
- XI. Come gl' imperfecti vogliono seguitare solamente el Padre, ma i perfecti seguitano el Figliuolo. E d'una visione che ebbe questa devota anima, ne la quale si narra di diversi baptesmi e d'alcune altre belle e utili cose.
- XII. Come l'anima, essendo salita el terzo scalone del sancto ponte, cioè pervenuta a la bocca, piglia incontenente l'offizio de la bocca. E come la propria volonta essendo morta è vero segno che ella v'è gionta.
- XIII. De le operazioni de l'anima poi che è salita el predecto sancto terzo scalone.
- XIV. Del quarto stato, el quale non è però separato dal terzo; e de le operazioni de l'anima che è gionta a questo stato; e come Dio non si parte mai da essa per continuo sentimento.
- XV. Come Dio da' predecti perfectissimi non si sottrae per sentimento né per grazia, ma si per unione.
- XVI. Come li mondani rendono gloria e loda a Dio, vogliano essi o no.
- XVI. Come eziandio li demòni rendono gloria e loda a Dio.
- XVIII. Come l'anima, poi che è passata di questa vita, vede pienamente la gloria e loda del nome di Dio in ogni creatura. E come in essa è finita la pena del desiderio, ma non el desiderio.
- XIX. Come, poi che sancto Paulo appostolo fu tracto a vedere la gloria de' beati, desiderava d'essere sciolto dal corpo; la qual cosa fanno anche quelli che sono giunti al terzo e al quarto santo stato predecto.
- XX. Per quali cagioni l'anima desidera d'essere sciolta dal corpo. La quale cosa non potendo essere, non discorda però dalla volontà di Dio; ma piú tosto si gloria in questa e in ogni altra pena per onore di Dio.
- XXI. Come quelli che sono gionti al predetto stato unitivo, sono illuminati nell'occhio dell'intelletto loro di lume sopranaturale infuso per grazia; e come è meglio andare per consiglio de la salute dell'anima ad uno umile con sancta coscienzia, che a uno superbo licterato.
- XXII. Repetizione utile di molte cose gia dette; e come Dio induce questa devota anima a pregarlo per ogni creatura e per la sancta Chiesa.
- XXIII. Come questa devota anima fa petizione a Dio di volere sapere de li stati e fructi de le lagrime.
- XXIV. Come sono cinque maniere di lagrime.
- XXV. De la differenzia d'esse lagrime, discorrendo per li predecti stati dell'anima.
- XXVI. Repetizione breve del precedente capitolo. E come el demonio fugge da quelli che sono gionti a le quinte lagrime. E come le molestie del dimonio sono verace via da giognere a questo stato.
- XXVII. Come quelli, che desiderano le lagrime degli occhi e non le possono avere, hanno quelle del fuoco. E per che cagione Dio sottrae le lagrime corporali.
- XXVIII. Come li quatro stati di questi predetti cinque stati de le lagrime danno infinite varietadi di lagrime. E come Dio vuole essere servito con cosa infinita e non con cosa finita.
- XXIX. Del fructo de le lagrime degli uomini mondani.
- XXX. Come li predecti piangitori mondani sono percossi da quatro diversi venti.
- XXXI. De' fructi de le seconde e de le terze lagrime.
- XXXII. Del fructo de le quarte e unitive lagrime.
- XXXIII. Come questa devota anima, ringraziando Dio de la dechiarazione de' predecti stati de le lagrime, gli fa tre petizioni.
- XXXIV. Come el lume de la ragione è necessario ad ogni anima che vuole a Dio in veritá servire. E prima, del lume generale.
- XXXV. Di quelli e' quali hanno posto piú el loro desiderio in mortificare el corpo che in uccidere la propria volontà; el quale è uno lume perfecto piú che il generale, ed è questo el secondo lume.
- XXXVI. Del terzo e perfectissimo lume de la ragione. E dell'opere che fa l'anima quando è venuta a esso lume. E d'una bella visione che questa devota anima ebbe una volta, ne la quale si tracta pienamente del modo da venire ad perfecta purita, e dove anco si parla del non giudicare.
- XXXVII. Per che modo ricevono l'arra di vita eterna in questa vita quelli che stanno nel predetto terzo perfectissimo lume.
- XXXVIII. Per che modo si debba reprendere el proximo, a ciò che la persona non caggia in falso giudizio.
- XXXIX. Come, se, pregando per alcuna persona, Dio la manifestasse, ne la mente di chi prega, piena di tenebre, non si debba però giudicare in colpa.
- XL. Come la penitenzia non si die pigliare per fondamento né per principale affecto, ma l’affecto e l'amore de le virtú.
- XLI. Repetizione in somma de le predecte cose, con una agiunta sopra la reprensione del proximo.
- XLII. De' segni da cognoscere quando le visitazioni e visioni mentali sono da Dio o dal demonio.
- XLIII. Come Dio è adempitore de' sancti desidèri de' servi suoi, e come molto gli piace chi dimanda e bussa a la porta de la sua Verità top perseveranzia.
- XLIV. Come questa devota anima, rendendo grazie a Dio, s'umilia. Poi fa orazione per tutto el mondo e singularmente per lo corpo mistico de la sancta Chiesa e per li figliuoli suoi spirituali e per li due padri de l'anima sua. E, doppo queste cose, dimanda d'udire parlare de' defecti de' ministri de la sancta Chiesa.
- XLV. Come Dio rende sollicita la predecta anima all'orazione, rispondendo ad alcuna de le predecte petizioni.
- XLVI. De la dignità de' sacerdoti, e del sacramento del Corpo di Cristo. E di quelli che comunicano degnamente e indegnamente.
- XLVII. Come i sentimenti corporali tucti sono ingannati del predetto sacramento, ma non quelli dell'anima; e però con quelli si debba vedere, gustare e toccare. E d'una bella visione che questa anima ebbe sopra questa materia.
- XLVIII. De la excellenzia dove l'anima sta, la quale piglia el predetto sacramento in grazia.
- XLIX. Come le predecte cose, che sono dette intorno a la excellenzia del sacramento, sono decte per meglio cognoscere la dignità de' sacerdoti. E come Dio richiede in essi maggiore purità che nell'altre creature.
- L. Come li sacramenti non si debbono vendere né comprare, e come quelli che el ricevono debbono sovenire li ministri de le cose temporali, quali essi ministri debbono dispensare in tre parti.
- LI. De la dignità de' sacerdoti, e come la virtú de' sacramenti non diminuisce per le colpe di chi gli ministra o riceve. E come Dio non vuole che li secolari s' inpaccino di corrèggiarli.
- LII. Come la persecuzione, che si fa a la sancta Chiesa o vero a' ministri, Dio la reputa facta a sé, e come questa colpa piú è grave che neuna altra.
- LIII. Qui si parla contra li persecutori de la sancta Chiesa e de' ministri, in diversi modi.
- LIV. Repetizione breve sopra le predecte cose de la sancta Chiesa e de' ministri.
- LV. De la excellenzia e de le virtii e de le operazioni sancte de' virtuosi e sancti ministri. E come essi hanno la condiczione del sole. E de la correczione loro verso de' subditi.
- LVI. Repetizione in somma del precedente capitolo; e de la reverenzia che si debba rendere a' sacerdoti, o buoni o rei che siano.
- LVII. De' difecti e de la malavita degl' iniqui sacerdoti e ministri.
- LVIII. Come ne' predecti iniqui ministri regna la ingiustizia, e singularmente non correggendo i subditi.
- LIX. Di molti altri defecti de' predetti ministri, e singularmente dell'andare per le taverne e del giocare e del tenere le concubine.
- LX. Come ne' predetti ministri regna el peccato contra natura, e d'una bella visione che questa anima ebbe sopra questa materia.
- LXI. Come per gli predetti defecti li subditi non si correggono. E de' defecti de' religiosi. E come, per lo non correggere li predetti mali, molti altri ne seguitano.
- LXII. Come ne' predecti iniqui ministri regna el peccato de la luxuria.
- LXIII.Come ne' predecti ministri regna l'avarizia, prestando ad usura; ma singularmente vendendo e comprando li benefizi e le prelazioni. E de' mali che per questa cupidità sono advenuti ne la sancta Chiesa.
- LXIV. Come ne' predecti ministri regna la superbia, per la quale si perde el co. gnoscimento; e come, avendo perduto el cognoscimento, caggiono in questo defecto, cioè che fanno vista di consecrare e non consacrano.
- LXV. Di molti altri defecti e' quali per superbia e per l'amore proprio si comectono.
- LXVI. Di molti altri defecti e' quali comectono li predetti iniqui ministri.
- LXVII. De la differenzia de la morte de' giusti ad quella de' peccatori. E prima, de la morte de' giusti.
- LXVIII. De la morte de' peccatori e de le pene loro nel punto de la morte.
- LXIX. Repetizione breve sopra molte cose gin dette, e come Dio in tutto vieta che i sacerdoti non siano toccati per le mani de' secolari, e come invita la predetta anima a piangere sopra essi miseri sacerdoti.
- LXX.Come questa devota anima, laudando e ringraziando Dio, fa orazione per la sancta Chiesa.